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QUI, FARE IL BOURBON NON È UN SEMPLICE PROCESSO.

È UNA TRADIZIONE CHE CONTINUA DA 225 ANNI.

Qui da Jim Beam, noi non vediamo il bourbon come un semplice processo produttivo o come un semplice lavoro. Per noi è una forma d'arte: una collaborazione tra il nostro Master Distiller e Madre Natura dove ogni ingrediente, ogni cambiamento del meteo e ogni doga di quercia fanno squadra insieme per rendere Jim Beam il Bourbon #1 al Mondo. Perciò, se siete curiosi di scoprire come lavoriamo, ecco qui un corso intensivo su come svolgiamo il nostro mestiere.

1° Step:

Iniziamo con la nostra ricetta segreta

Iniziamo con un mix di granoturco (almeno il 51%), segale e malto d'orzo. Questo è ciò che è noto come il nostro "mash bill". Esso viene quindi alimentato in un forno da 10.000 galloni (3.785 litri circa) dove aggiungiamo del "setback" (una parte del vecchio mosto della nostra ultima distillazione). Questo ci aiuta a garantirne la consistenza e a trasformare il nostro mash in "sour mash".

2° Step:

Aggiungi l'acqua del Kentucky 

Non è un caso che più del 95% di tutto il bourbon al mondo provenga dal Kentucky. Il vero segreto è l'acqua. Perché vedi, qualsiasi whiskey fatto con acqua contenente del ferro diventerà nero e avrà un sapore leggermente metallico - una cosa non così piacevole. Il Kentucky, tuttavia, si trova proprio su un'altura di calcare naturale che funge da filtro e ci rende un'acqua priva di ferro e ricca di calcio. Questo ci consente di produrre il bourbon marrone dorato e leggermente dolce che tutti noi conosciamo e amiamo.

3° Step:

Avanti con il lievito

Una volta cotto il nostro sour mash, lo trasferiamo dal forno al fermentatore, dove lo raffreddiamo a 60–70° F (15-21° C) e aggiungiamo il lievito che mangia gli zuccheri e li trasforma in alcool. Ma questo non è un vecchio lievito qualsiasi. È un vecchio lievito molto particolare, proveniente dallo stesso ceppo che usiamo sin dalla fine del Proibizionismo nel 1933. Quindi, credici, quella bottiglia di Beam che vedi nella foto della battuta di pesca di tuo nonno degli anni '50, è stata prodotta utilizzando quello stesso ceppo di lievito. Che dire poi di questa consistenza... E, si, è un altro segreto di famiglia ben custodito. Così ben protetto che le cronache ci narrano che lo stesso Jim Beam fosse solito portarsi a casa una brocca di lievito ogni fine settimana per tenerla al sicuro. Oggi, oltre 85 anni dopo, il pronipote di Jim Beam mantiene ancora quella tradizione.

4° Step:

DISTILLIAMO DUE VOLTE PER UN SAPORE PIU' VELLUTATO.

Concluso il processo di fermentazione, abbiamo ottenuto quella che è conosciuta come "birra del distillatore", che guarda caso ha proprio l'aspetto, l'odore e il gusto di una ricca birra. Questa "birra del distillatore" viene quindi messa in un distillatore a colonna alto 65 piedi (18 metri circa), dove viene riscaldata a 200° F (93° C circa), temperatura sufficiente a trasformare l'acool in vapore, separandolo dagli altri ingredienti. Quel vapore ritorna a sua volta ad essere un liquido intorno ai 51° C, liquido conosciuto come "low wine", che viene fatto sfociare in un duplicatore (simile ad un alambicco) per una seconda distillazione. La prossima volta che il vapore si condensa, diventerà un "high wine" a meno di 160 gradi. 

5° Step:

Invecchia in nuove BOTTI DI QUERCIA, carbonizzate al livello 4.

Il legno nel quale il nostro whiskey viene fatto invecchiare incide molto sul suo sapore finale. E non si tratta solo del tipo di legno che usiamo, ma soprattutto se è carbonizzato, bruciato o solo tostato. E a che livello. Alla Jim Beam, mettiamo il nostro high wine in nuovissime botti di quercia bianca americana, carbonizzate al 4°livello. Chiamiamo questo livello di bruciatura della botte "alligator char" perché, dopo essere stato carbonizzato, l'interno delle botti assume un aspetto squamoso e irregolare simile alla pelle di un alligatore. Questo processo inoltre svolge un'azione caramellante degli zuccheri all'interno del legno, che trasmetterà così un sapore più ricco con meno tannini.

6° Step:

Invecchia il doppio del tempo richiesto dal disciplinare.

Dopo aver riempito le nostre botti (ognuna contiene circa 53 galloni, 200 litri, di bourbon), le rotoliamo in una delle nostre ariose e collinari rackhouses per riposare. Con il cambiamento delle stagioni, il clima del Kentucky permette alle botti di legno di espandersi e contrarsi, consentendo in questo modo al nostro bourbon di penetrare nelle botti per estrarne gli zuccheri caramellati, il sapore della quercia ed infine il bellissimo colore marrone dorato del legno carbonizzato. Durante questo processo di "respiro" una certa parte dei 53 galloni di bourbon evapora dalle botti. Questo avvenimento è chiamato "angel's share" (la parte degli angeli) e quanto più a lungo un bourbon invecchia, tanto più prodotto se lo prendono gli angeli. Secondo il disciplinare di produzione del Bourbon, bastano due anni di invecchiamento per fare uno Straight Bourbon Whiskey. Ma soltanto quattro anni di invecchiamento ti danno il sapore dolce e morbido di Jim Beam.